Maradona a Napoli

(culto e murales)

Tra i motivi che spingono i turisti, soprattutto i tifosi di calcio, a visitare Napoli c’è anche quello che la città è un vero museo a cielo aperto dedicato al pibe de oro, Diego Armando Maradona, che ha militato nella squadra cittadina di calcio dal 1984 al 1991.

Nonostante il suo approdo in queste terre risalgano a più di 30 anni fa, il numero con il quale il calciatore argentino giocava, il 10, è tutt’oggi venerato. Maradona, autentica divinità acquisita della città, è il protagonista di sculture, dipinti, canzoni, murales e persino altari.

Il culto di Maradona: l'amore immenso dei napoletani

Murale Maradona Jorit

L’amore che i napoletani nutrono da sempre per Maradona è immenso: è il motivo per cui è quasi impossibile compiere un passo in città senza incrociare qualcosa che lo ricordi. Pizzerie tappezzate di manifesti, adesivi che campeggiano su auto e moto, tatuaggi su gambe e braccia dei cittadini e persino animali vestiti con la maglia numero 10: più che affetto, vera e propria devozione per un idolo che ha fatto sognare la squadra e il mondo intero.

Basta indossare anche solo un accessorio che lo rievochi per scatenare incitazioni come Viva il Boca o Forza Napoli e ascoltare fischiettare canzoni che gli appartengono dai balconi.

I luoghi più caratteristici

Tra i luoghi più famosi e folcloristici dedicati al culto di Maradona, a Napoli, 3 sono universalmente riconosciuti:

Il bar Nilo. Sfoggia un altarino con una ciocca di capelli di Maradona, oltre a banconote argentine, foto e francobolli appartenuti al calciatore. È, forse, il posto più conosciuto e dove chiedono di prendere almeno un caffè in cambio di una foto. Se non lo fai, c’è un cartello che recita la tua fotocamera potrebbe rompersi.

Murale di Maradona nei quartieri spagnoli. È un enorme dipinto del pibe de oro con la maglia del Napoli: si trova nel cuore dei quartieri spagnoli ed è stato dipinto (e recentemente ristrutturato) dall’artista argentino Francisco Bosoletti. Arrivare in questo posto è facile: una serie di cartelli indicano il percoro da seguire e anche su Google basta digitare murales Maradona 1990 per ottenere le indicazioni stradali.

Murale gigante di Maradona nel quartiere san Giovanni a Teduccio. L’opera è stata realizzata in occasione del 30° anniversario del primo scudetto vinto dal Napoli. Anche in questo caso, basta digitare sui motori di ricerca Murales Omaggio a Diego Armando Maradona – San Giovanni per avere indicazioni su come raggiungerlo.

I murales di San Spiga

San Spiga, artista argentino di Viedma, merita un capitolo a parte: l’idea che sottende alle sue opere è rievocare, come in una carrellata, i momenti più importanti della vita calcistica di Diego Armando Maradona e disseminarli in uno speciale percorso che attraversa l’intera città di Napoli.

Il primo murale della serie è stato completato in occasione del trentennale dal Mondiale del 1986. Poi l’artista ha continuato a dipingere nella speranza, un giorno, di incontrare il suo idolo e mostrargli le sue opere. L’incontro, però, non è mai avvenuto.

Alcuni di questi murales, in realtà, oggi non esistono più: essendo stati realizzati su carta, sono stati presi di mira dai cittadini che li hanno portati via a pezzi come souvenir. Quelli che restano campeggiano tra muri, balconi e angoli di strade che, all’apparenza, non hanno nulla di rilevante da mostrare.

La maggior parte dei dipinti di San Spiga è ospitata, in ogni caso, intorno ai quartieri spagnoli. I due più importanti sono:

Maradona in Boca, 1981: si trova tra piazza Crocelle Mannesi e via Vicaria Vecchia, nel quartiere Pendino, presso la via principale del centro storico

il giovane Maradona dell’Argentinos Juniors: si trova tra vico lungo San Matteo e vico Giardinetto, sempre nei quartieri spagnoli.

Lo Stadio Diego Maradona

Stadio Diego Maradona

Il regno del pibe de oro resta, senza dubbio, lo stadio. Qui niente murales, però è possibile provare a indossare i panni del giocatore argentino più famoso di tutti i tempi e illudersi di provare le sue stesse sensazioni. Con un po’ di fortuna, acquistando un biglietto per una partita, è impossibile non notare che in alcune tribune i tifosi sventolano ancora grandi bandiere dedicate a Maradona.

Il museo segreto

In realtà, è poco più di uno scantinato, eppure custodisce i cimeli più preziosi in assoluto appartenuti a Diego Armando Maradona. L’attuale proprietario è Massimo Vignati, figlio di Lucia Rispoli, governante della casa del pibe de oro, e di Saverio Vignati, custode per anni dello stadio San Paolo.

Il pezzo più importante di questa collezione privata e poco conosciuta è il primo contratto che il campione firmò con il Napoli.

Questo pezzo unico si contende il primato delle rarità con l’effige di una Madonna che Maradona si portò dall’Argentina e alla quale era molto devoto.

E poi ci sono, ancora, la caffettiera che il calciatore usava nello spogliatoio, l’intera camera matrimoniale con tanto di letto matrimoniale in ottone e armadio a specchi, un divano utilizzato da tutta la famiglia, palloni, magliette, guanti e una quantità impressionante di fotografie.

Donna Lucia ha chiesto al governatore della città che tutti questi oggetti siano spostati in un museo all’interno dello stadio, ma ancora la decisione ufficiale non c’è. Così, il Maradona privato resta nascosto in un sottoscala del capoluogo partenopeo, dove per ironia della sorte rivivono i fasti di quella che un tempo fu la sua reggia di Posillipo.